Le partecipazioni di matrimonio sono una delle mie più grandi passioni. Ne parlo spesso e volentieri.
E, se non lo sapessi ancora, da quest'anno puoi contare su di me per il design delle tue partecipazioni e della tua cancelleria nuziale anche se non sei una mia sposa, attraverso il sito www.ideepartecipazioni.it
Ogni volta che preparo le bozze grafiche di wedding suite per i miei clienti, vengono fuori – quasi – sempre gli stessi dubbi e le stesse modifiche.
Ho deciso quindi di scrivere una piccola guida alla partecipazione di nozze, provando a rispondere alle domande più ricorrenti.
In matrimoni particolarmente tradizionalisti, molto formali o in cui gli sposi sono molto giovani, la partecipazione segue la regola secondo la quale sono i genitori ad annunciare le nozze dei figli: a “partecipare”, appunto.
Tradizionalmente la formula reciterebbe “Tizio e Caio partecipano le nozze della figlia/del figlio … con …”.
Il verbo “partecipare” – da cui il nome “partecipazioni” tuttavia è in disuso, ed è stato ormai sostituito con il più attuale e comprensibile “annunciano”.
Nel testo della partecipazione formale il nome della sposa viene per primo, a sinistra, in quanto è suo padre a “concedere la sua mano”.
Negli ultimi anni, le formule tradizionali sono state sostituite da diciture più moderne e meno formali in cui sono gli sposi stessi ad annunciare le proprie nozze.
E’ il caso attualmente più in uso.
Gli sposi sono adulti, economicamente autonomi e, quasi sempre, già conviventi.
Godono di sufficiente autonomia – decisionale, oltre che economica – per occuparsi del proprio matrimonio, a partire dall’annuncio. Parlandoci chiaro, se una coppia di professionisti 35enni conviventi e, magari, già genitori, consegnasse la partecipazione di nozze annunciate da mammà, susciterebbe senza dubbio qualche ilarità.
Gli sposi potrebbero decidere di coinvolgere le famiglie nel loro annuncio, utilizzando una formula di apertura tipo “insieme alle nostre famiglie annunciamo le nozze”. Decisamente più al passo con i tempi.
Lo trovo molto carino perché pur mantenendo il feeling di “autonomia e maturità” degli sposi, che restano gli attori principali, non esclude del tutto le famiglie di origine dall’annuncio.
Dopotutto, come osservava giustamente una mia sposa, molti degli invitati potrebbero conoscere meglio i genitori che loro, quindi sì all’annuncio delle nozze in prima persona, senza escludere del tutto le famiglie.
E’ possibile utilizzare qualunque altro tipo di formula per l’annuncio, conferendo alla partecipazione un tono più o meno formale, tradizionale o moderno, a seconda del tipo di matrimonio che si desidera comunicare.
Non dimentichiamo che la partecipazione è il biglietto da visita delle nozze, la prima informazione che offrite agli ospiti.
E arriviamo alll’annosa questione:
La risposta è semplice: non c’è una regola fissa.
Il galateo, ai tempi della sua redazione, prevedeva solo la formula tradizionale delle nozze partecipate dalle famiglie in cui la regola è ferrea: prima la famiglia e il nome della sposa, scritti a sinistra. Poi la famiglia e il nome dello sposo, a destra.
Per le partecipazioni di impianto moderno, bisogna quindi appellarsi al buon senso.
Ad ogni modo il galateo impone galanteria e, a parer mio, è molto galante che il nome di lei preceda quello di lui.
Mi è capitato spesso però che gli sposi richiedessero espressamente che il nome di lui venisse per primo: perché in famiglia si è sempre fatto così, perché nelle partecipazioni che hanno ricevuto era scritto così o perché, semplicemente, ci si aspetta così.
Sinceramente trovo che sia un retaggio maschilista e obsoleto che, onestamente, comprendo facilmente ma fatico ad apprezzare.
Seguire il gregge non porta a nessun traguardo, nessuna conquista, nessuna crescita personale o sociale.
Non essendoci una regola assoluta, ed essendo io la paladina dell’ ognuno faccia come desidera, non ho mai imposto l’una o l’altra opzione.
In mancanza di istruzioni precise preferisco mettere prima il nome di lei (a meno che non risulti cacofonico), perché lo trovo più gentile, di quella gentilezza che in una storia d’amore fa la differenza.
E anche perché sono una femminista convinta, talmente convinta da ritenere che galanteria ed emancipazione non si escludano a vicenda. Sono convinta della necessità dei ruoli nella coppia, perché troppa somiglianza uccide il desiderio.
Talmente sicura dell’indipendenza femminile da riuscire a cogliere bellezza in quei gesti cortesi di cui ci hanno privato anni di battaglie per la parità, che hanno finito con lo spaventare gli uomini rendendoli ostili – e insicuri.
Il mio consiglio è di praticare una piccola finezza:
il futuro sposo lascerà, da bravo cavaliere, che il nome di lei preceda il suo in tutte le comunicazioni e gli stampati antecedenti il matrimonio (bigliettini confetti promessa, partecipazioni, inviti, libretti messa, ecc…).
Una volta pronunciato il fatidico Sì, lui diventerà ufficialmente “il capofamiglia”, e sarà il suo nome a comparire per primo negli stampati successivi alle nozze (menu, bigliettini bomboniera, biglietti ringraziamento, ecc…).
E voi come avete deciso di scrivere le vostre partecipazioni? Avete adottato formule moderne o tradizionali? Il vostro nome veniva prima o dopo?
Se, come spero, vi sono stata utile, fatemelo sapere con un commento!
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- valeria
"Grazie Danila, è stata una gioia per me conoscerti. Mi resta di te un ricordo straordinario per ciò che hai creato e la sensibilità e il cuore che ci hai messo.
Una professionista dell'anima, del galateo e del savoir-faire. GRAZIE"
"Una professionista dell'anima"
- ilaria
"La mia, anzi la nostra esperienza di sposi con Danila è stata eccezionale, impossibile avere di meglio. Il nostro matrimonio è stato bellissimo, elegante, divertente ed originale anche grazie a lei, e noi ce lo siamo potuti godere al meglio perché sapevamo che lei aveva tutto sotto controllo."
"Classe e professionalità"
- nicole
"Una vera professionista, attenta, precisa, corretta e soprattutto con idee chiare ed originali che ci hanno dato la possibilitá di avere un matrimonio come non si era mai visto prima [...] E le va riconosciuta una dote: nella cerimonia simbolica non ha davvero paragoni nel settore, è la numero uno!"
"Non potevamo scegliere persona piú speciale"
- morena
"Il suo aiuto è stato fondamentale e determinante per la splendida riuscita. È una persona onesta, che si circonda di professionisti altrettanto onesti e capaci, doti apprezzate dalla location, che ha avuto premura di contattarmi post matrimonio per complimentarsi nella scelta della WP e del suo staff. È molto scrupolosa nella realizzazione del progetto, che una volta realizzato, lascia davvero senza parole. Non posso che ringraziarla ."
"La scelta migliore che abbia preso per il mio matrimonio."
- antonella
"Danila è stata la nostra prima scelta, la prima che abbiamo bloccato per il nostro matrimonio. Da subito ci ha sbalordito la sua professionalità, molto sopra la media, che risalta immediatamente. Ci ha poi conquistato con la sua straordinaria empatia. La capacità di rasserenarci e rassicurarci, di dire sempre la parola giusta al momento giusto..."
"Empatia e competenza"
- rosaria
"Danila è una professionista unica e per me è stato un onore conoscerla.[...]Nella mia famiglia sono stata la prima ad essersi sposata non in chiesa e temevo il giudizio di tutti i parenti e amici tradizionalisti e alla fine? Alla fine sono venuti a dirmi che se potessero tornare indietro farebbero la mia stessa scelta e senza dubbio chiederebbero a Danila di raccontare la propria storia. Attenta ai dettagli, nata per rendere magico uno dei giorni più importanti della vita di due persone, nulla le sfugge e nel suo sorriso c'è il sole. Danila è una garanzia e prima di essere una professionista è una bella persona.
"Danila è una garanzia"
- marilena
"...durante tutto questo periodo lei ci ha accompagnato con la sua dolcezza, dandoci forza e coraggio. Quando effettivamente abbiamo iniziato la progettazione del wedding day, lei parlando con noi ha saputo trasformare in realtà tutti i nostri desideri… poi il meteo ad una settimana ci ha buttato giù, e lei ha saputo sconvolgere tutti i piani in pochissimo e a riprogettare tutto, rendendolo se possibile ancora più bello.. il nostro matrimonio non sarebbe stato così meraviglioso senza di lei"
Una meravigliosa Wedding Planner
Io ho scritto le mie partecipazioni a mano, scegliendo una carta patinata molto elegante: ho fatto lo stesso ragionamento scritto nell’articolo, mettendo il mio nome per primo. Un elemento raffinato che ho replicato su tutte le comunicazioni pre matrimonio
Ciao Federica, e grazie per il tuo commento!
Sono felice che la pensi come me, la galanteria è merce rara e fa sempre la differenza!
Grazie per l’interesssnte articolo. Nel nostro caso vorremmo fare una scelta estremamente tradizionale in quanto è quello che si attendono i nostri invitati. Ho notato che quasi tutti i nostri amici hanno messo prima il nome dello sposo. Trattandosi di partecipazione dei soli sposi senza genitori,vorremmo chiederle quale sia la forma più tradizionale, attenendosi al solo galateo e senza altre considerazioni e se sia più tradizionale utilizzare la formula “partecipano” o “annunciano”. La ringrazio in anticipo per la risposta che volesse darci. Saverio
Buonasera Saverio, grazie per l’ apprezzamento.
Rispondo volentieri alla sua domanda. A meno che non risulti cacofonico io manterrei il nome della sposa prima di quello dello sposo (perché è così che formalmente compariva negli annunci appunto partecipati dai genitori, ed è dunque questa la forma più elegante e tradizionale).
Riguardo la scelta della formula, propenderei per “annunciano”.
“Partecipano” avrebbe senso laddove la partecipazione riguardasse il solo annuncio di nozze e non includesse l’invito al ricevimento.
Qualora, come immagino, le vostre partecipazioni siano veri e propri inviti eviterei la formula partecipano perché di fatto potrebbe risultare un po’ ampollosa.
Spero che la risposta sia loro utile. I miei migliori auguri!