La creatività è un dono innato ma, se la si trascura, rischia di atrofizzarsi.
Pensieri sparsi.
Eh sì, questo è un post “disordinato”, un po’ diverso da quelli metodici e ordinati a cui vi ho abituato. Un post che sa di introspettiva, una riflessione di getto che ho scritto e che non voglio modificare troppo, per non snaturarne il contenuto.
E se lo diceva un fesso chiamato Picasso, citato poi da un altro fesso chiamato Steve Jobs, bisogna crederci.
Prima o poi un piccolo blocco può capitare anche ai migliori, soprattutto nei lavori creativi.
E allora? Che si fa?
Ci si demoralizza? Ci si dispera? Si chiude? Si inizia a scopiazzare il lavoro degli altri?
No. Ci si esercita a rubare (in senso buono).
Cioè si studia.
Ammirare un competitor non svilisce un creativo.
Studiare il suo lavoro, capire in che modo lo svolge, approfondire quel che ci piace, prendere esempio dai suoi successi o anche imparare dai suoi insuccessi, ci arricchisce come professionisti.
Soprattutto quando si è agli esordi e uno stile proprio ancora non lo si ha.
Ma anche quando ci si è già affermati, perché si può e si deve sempre cercare di migliorarsi.
Lo faccio continuamente.
Tengo molto in considerazione il lavoro dei colleghi che stimo. E cerco di migliorarmi continuamente traendo spunto da ciò che di loro mi piace.
Tengo anche molto, moltissimo, maniacalmente in considerazione ciò che invece non mi piace, per cerare di imparare da ciò che reputo un errore, provando a non commetterlo a mia volta.
E sono molto orgogliosa del fatto che, evidentemente, anche il mio lavoro possa essere uno spunto creativo per qualcuno.
Invece trovo che provare a copiare un lavoro – magari a budget ridotto – sia alquanto patetico.
Il risultato il più delle volte sarà penoso e, se pure dovesse funzionare, è un’offesa e una mortificazione.
La copia è una dichiarazione di inferiorità.
Peggio ancora se esplicitamente richiesta da un cliente che, nel farlo, ci sta offendendo enormemente.
E non importa che lo stia facendo consapevolmente o meno, andrebbe accompagnato gentilmente alla porta.
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Cosa pensa un creativo quando ruba la creatività di un collega?
Questo post ha subito diverse revisioni. Partito come un’aspra polemica è stato poi ammorbidito, fino a diventare quello che è ora. Uno spunto per riflettere.
Qualche mese fa mi sono arrabbiata.
Una collega, che reputavo anche abbastanza in gamba, continuava a sponsorizzare su fb le foto di un suo evento. A primo acchito, quelle foto di “suo” portavano solo la firma. Io quell’evento lo avevo già visto qualche anno prima, e lo ricordo proprio perché ne ero stata colpita. Mi era piaciuto. Opera di un’altra bravissima collega. Stesso mood e addirittura stessa location. Non parliamo di una piccola ispirazione d’oltreoceano. Parliamo di un matrimonio abbastanza particolare ripetuto quasi uguale addirittura nello stesso posto, da due professionisti diversi operanti a pochi chilometri di distanza. Piccole differenze, identico impatto.
Mi sono arrabbiata molto con la collega all’inizio.
Per la spocchia con la quale accettava i complimenti.
Per l’arroganza con la quale continuava a pubblicizzare se stessa sfruttando la creatività di qualcun altro, come se nessuno potesse sgamare l’inghippo.
E mi sono arrabbiata anche e soprattutto perché nessuno l’ha fatto. Magari da questa pubblicità ha anche ricavato qualche nuovo ingaggio.
Poi mi sono fermata a riflettere. E mi si è aperto un nuovo scenario.
La collega mi ha intenerito.
Ho provato per lei un po’ di pena, e la rabbia si è spostata verso la sua coppia.
E se la sposa avesse preteso quel lavoro?
Lei avrebbe dovuto rifiutare e spiegare al cliente che con questa pretesa l’ha offesa per i motivi che ho elencato sopra.
L’ha offesa perché richiedendo una copia ne ha svilito la professionalità.
L’ha offesa perché ha implicitamente affermato che lei non sarebbe stata in grado di creare qualcosa di migliore.
E, soprattutto, l’ha offesa perché ha dichiarato di preferire il lavoro di un’altra professionista.
Allora, cara sposa, perché non sei andata direttamente da quel professionista? Dall’originale. Da chi quel lavoro lo ha ideato e realizzato? Dall’unica che avrebbe avuto il diritto di replica su un suo prodotto?
Per il prezzo. Ne sono certa.
L’ha offesa perchè l’ha esposta a commenti negativi di colleghi e addetti ai lavori.
Magari i futuri sposi e i clienti non lo noteranno, ma a chi respira matrimoni ed eventi oggi giorno certe cose non sfuggono. E ci si fa una figura davvero pessima.
Per me questa collega che reputavo anche brava, ora è “quella che ha copiato il lavoro di…”. E sono certa che non sia così solo per me.
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Non sapevo, e continuo a non sapere, se mi provoca disappunto più la collega o la sua cliente.
Se avesse copiato senza sbandierarlo tanto, ci sarebbe pure potuto stare. In tempi di magra rifiutare un lavoro potrebbe non essere una grande idea.
E quindi “si attacca il ciuccio dove dice il padrone”, ci si paga qualche bolletta e arrivederci. Dopotutto, non è che si debba per forza pubblicare ogni lavoro.
Ma se hai la faccia tosta di pubblicizzarti con la creatività altrui, in un mestiere dove la creatività è – o dovrebbe essere – ciò che giustifica gran parte della tua parcella, c’è qualcosa che non va.
Le mie idee a riguardo sono personali, certo, ma abbastanza chiare.
Spesso le mie clienti mi mostrano immagini di cose che gradiscono e, se non lo fanno, sono io a chiedergliele. Mi è utile per capirne i gusti, per coglierne i desideri. Il mio lavoro sta nel mettere insieme i tasselli, modellarli, plasmarli e personalizzarli.
Mai e poi mai prenderei una di quelle immagini per replicarla uguale. Chiunque potrebbe farlo. A cosa servirei io?
Se volete una partecipazione IDENTICA a un’altra che avete visto, non vi occorre un progetto su misura.
Se volete un allestimento IDENTICO a un altro che avete già visto, non vi occorre un wedding planner (a meno che non sia lo stesso che ha realizzato l’originale). Vi basterebbe sottoporre le immagini a un bravo florist e sborsare il dovuto.
Richiedere a un creativo di copiare il lavoro di un altro creativo è una grave mancanza di rispetto.
Innanzi tutto si sta affermando che avremmo preferito un altro professionista, il titolare del progetto originale ma che per qualche ragione, spesso abbastanza ovvia, si è optato sulla seconda scelta. Nessuno vorrebbe essere una seconda scelta, in nessun caso.
A maggior ragione se non ci si rivolge a chi si desidera perché il suo aiuto costa più di quanto si sia disposti a pagarlo.
In secondo luogo, si sta dichiarando che non ci si fida del professionista a cui ci sta affidando. Che le sue idee non sono all’altezza. Che non è sufficiente.
Personalmente reputo questo genere di clienti “Red Flag”, e li evito come la peste.
- valeria
"Grazie Danila, è stata una gioia per me conoscerti. Mi resta di te un ricordo straordinario per ciò che hai creato e la sensibilità e il cuore che ci hai messo.
Una professionista dell'anima, del galateo e del savoir-faire. GRAZIE"
"Una professionista dell'anima"
- ilaria
"La mia, anzi la nostra esperienza di sposi con Danila è stata eccezionale, impossibile avere di meglio. Il nostro matrimonio è stato bellissimo, elegante, divertente ed originale anche grazie a lei, e noi ce lo siamo potuti godere al meglio perché sapevamo che lei aveva tutto sotto controllo."
"Classe e professionalità"
- nicole
"Una vera professionista, attenta, precisa, corretta e soprattutto con idee chiare ed originali che ci hanno dato la possibilitá di avere un matrimonio come non si era mai visto prima [...] E le va riconosciuta una dote: nella cerimonia simbolica non ha davvero paragoni nel settore, è la numero uno!"
"Non potevamo scegliere persona piú speciale"
- morena
"Il suo aiuto è stato fondamentale e determinante per la splendida riuscita. È una persona onesta, che si circonda di professionisti altrettanto onesti e capaci, doti apprezzate dalla location, che ha avuto premura di contattarmi post matrimonio per complimentarsi nella scelta della WP e del suo staff. È molto scrupolosa nella realizzazione del progetto, che una volta realizzato, lascia davvero senza parole. Non posso che ringraziarla ."
"La scelta migliore che abbia preso per il mio matrimonio."
- antonella
"Danila è stata la nostra prima scelta, la prima che abbiamo bloccato per il nostro matrimonio. Da subito ci ha sbalordito la sua professionalità, molto sopra la media, che risalta immediatamente. Ci ha poi conquistato con la sua straordinaria empatia. La capacità di rasserenarci e rassicurarci, di dire sempre la parola giusta al momento giusto..."
"Empatia e competenza"
- rosaria
"Danila è una professionista unica e per me è stato un onore conoscerla.[...]Nella mia famiglia sono stata la prima ad essersi sposata non in chiesa e temevo il giudizio di tutti i parenti e amici tradizionalisti e alla fine? Alla fine sono venuti a dirmi che se potessero tornare indietro farebbero la mia stessa scelta e senza dubbio chiederebbero a Danila di raccontare la propria storia. Attenta ai dettagli, nata per rendere magico uno dei giorni più importanti della vita di due persone, nulla le sfugge e nel suo sorriso c'è il sole. Danila è una garanzia e prima di essere una professionista è una bella persona.
"Danila è una garanzia"
- marilena
"...durante tutto questo periodo lei ci ha accompagnato con la sua dolcezza, dandoci forza e coraggio. Quando effettivamente abbiamo iniziato la progettazione del wedding day, lei parlando con noi ha saputo trasformare in realtà tutti i nostri desideri… poi il meteo ad una settimana ci ha buttato giù, e lei ha saputo sconvolgere tutti i piani in pochissimo e a riprogettare tutto, rendendolo se possibile ancora più bello.. il nostro matrimonio non sarebbe stato così meraviglioso senza di lei"
Una meravigliosa Wedding Planner